Sono appena rientrato dalla fiera Big 5 di Jeddah. Jeddah è una metropoli di 5 milioni di abitanti e possiede il più grande porto sul Mar Rosso. E’ una città che sta vivendo uno sviluppo intenso (gru ovunque) e che, come molte città dell’area del golfo, vuole stabilire continuamente nuovi record per far parlare di sé. Dopo la fontana più alta del mondo e la bicicletta più grande (si tratta di un monumento), ha iniziato la costruzione di un grattacielo. La Kingdom Tower Jeddah, che con i suoi 1000 metri sarà la più alta al mondo.
La crescita dell’Arabia Saudita è stata però troppo frenetica, fatta più di quantità che di qualità. La Cina è la nazione che più vi esporta. E si vede; molte camere d’albergo sembrano vecchie dopo un anno. Ma qualcosa sta cambiando. Sta crescendo la consapevolezza che spendendo poco si è avuto poco. In fiera si respirava un’attenzione maggiore verso la qualità dei prodotti ed in città la necessità di migliorare la qualità della vita.
Le previsioni di export dei prossimi anni per le aziende italiane sono quindi ottimistiche: “ …over the next four years there will be predominantly large investment plans in social housing, logistics, infrastructure, sustainable development (due to the setting up of new waste water treatment, desalination, waste disposal and recycling systems), energy diversification (with a focus on photovoltaic development), and Italian-made products – such as fashion, textiles and clothing – as well as design, in demand not only from consumers but also to complete new public and business spaces under construction. (ANSA med – ottobre 2013).”
Un consiglio su come muoversi in questo mercato di 30 milioni di abitanti. Premesso che l’ideale sarebbe avere una propria presenza in loco (non per tutti possibile), l’ invito è quello di non scoraggiarsi di fronte alla lentezza di risposte dei sauditi. In questo momento i più intraprendenti di loro hanno molta carne al fuoco, anche in settori molto diversi. E’ quindi necessario stressarli spesso. Ovviamente con le dovute maniere.